- Marzo 11, 2025
Nuove strategie per lo sviluppo di farmaci innovativi, un approccio multidisciplinare per evitare nuove emergenze globali e salvaguardare la salute collettiva.
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ToggleIntroduzione: l’Evoluzione delle Malattie Infettive e la Crescente Minaccia della Resistenza Antimicrobica
Le malattie infettive hanno segnato la storia dell’umanità sin dagli albori della civiltà. Epidemie e pandemie hanno spesso cambiato gli assetti demografici, politici ed economici di intere aree geografiche, influenzando fortemente lo sviluppo delle società. Nel corso del XX secolo, l’introduzione degli antibiotici è stata una svolta epocale nella lotta contro le infezioni batteriche: grazie alla penicillina e a una serie di altre molecole antibiotiche scoperte successivamente, è stato possibile trattare con successo un gran numero di patologie prima potenzialmente fatali, riducendo la mortalità legata a infezioni comuni e complicazioni post-operatorie.
Tuttavia, il successo terapeutico raggiunto con questi farmaci ha portato anche a una diffusione e a un impiego così ampio degli antibiotici da favorire la comparsa di ceppi batterici resistenti. Nel tempo, si è osservata una crescita sempre più preoccupante della resistenza antimicrobica, un fenomeno per cui i microrganismi (batteri, ma anche funghi, virus e parassiti) sviluppano meccanismi di difesa tali da renderli insensibili alle terapie precedenti. In questo senso, la antibiotico-resistenza è un sottogruppo specifico della resistenza antimicrobica, che si riferisce ai soli batteri, ma spesso il termine “antibiotico-resistenza” è utilizzato più genericamente.
Nel contesto delle malattie infettive, la comparsa di batteri multiresistenti e la capacità dei virus di mutare rapidamente (come evidenziato dalle influenze stagionali e dalla pandemia di COVID-19) costituiscono sfide sanitarie complesse. Il rischio, non solo teorico, è quello di trovarsi di fronte a un’era post-antibiotica, in cui anche infezioni considerate banali possano tornare a essere letali per l’assenza di cure efficaci. Contemporaneamente, nuovi agenti patogeni emergono o riemergono, favoriti dalla globalizzazione, dal cambiamento climatico e dalla deforestazione, che facilitano il “salto di specie” (spillover) da animali a esseri umani. Questi fenomeni contribuiscono a creare le condizioni per future pandemie.
Negli ultimi anni, gli sforzi di ricerca si sono intensificati per affrontare la doppia sfida della prevenzione e del controllo delle malattie infettive: da un lato, tramite l’uso razionale degli antibiotici e lo sviluppo di nuove classi di farmaci antimicrobici; dall’altro, attraverso l’innovazione nei vaccini e la messa a punto di strumenti diagnostici più rapidi e mirati. In questo modo, la sanità pubblica si prefigge di ridurre l’impatto delle pandemie, di contenere la diffusione della resistenza antimicrobica e di prepararsi a eventuali nuove emergenze.
Le Origini e le Cause della Resistenza Antimicrobica
l concetto di resistenza antimicrobica si basa su un meccanismo evolutivo: i batteri e gli altri microrganismi cercano costantemente di sopravvivere agli insulti esterni, tra cui l’effetto di molecole tossiche come gli antibiotici. Alcuni ceppi, grazie a mutazioni casuali nel loro DNA o attraverso lo scambio di geni di resistenza con altri batteri (per esempio tramite plasmidi), sviluppano gradualmente capacità che li rendono insensibili all’azione dei farmaci. Quando questi batteri resistenti sopravvivono a una terapia antibiotica, si riproducono e diffondono la loro resistenza.
Ma se la resistenza antimicrobica è, in un certo senso, un fatto “naturale”, è altrettanto vero che l’utilizzo improprio o eccessivo di antibiotici ne accelera drasticamente la diffusione. Tra gli esempi più noti di impiego scorretto si annoverano:
- Somministrazione non necessaria di antibiotici in caso di infezioni virali (per le quali gli antibiotici sono inefficaci).
- Interruzione precoce della terapia, che non elimina completamente i batteri e favorisce la selezione dei più resistenti.
- Utilizzo preventivo di antibiotici negli allevamenti intensivi di animali, pratica che, pur riducendo le perdite economiche, contribuisce alla selezione di ceppi resistenti che possono trasferirsi all’uomo tramite la catena alimentare.
- Scarsa igiene e controllo delle infezioni negli ospedali, dove i batteri resistenti possono facilmente diffondersi tra pazienti fragili e immunodepressi.
Tali comportamenti, sommati agli aspetti intrinseci dell’evoluzione microbica, hanno portato alla comparsa di batteri multiresistenti come lo Staphylococcus aureus resistente alla meticillina (MRSA), l’Enterococcus resistente alla vancomicina (VRE) o batteri Gram-negativi “difficili” come i ceppi di Klebsiella pneumoniae o Pseudomonas aeruginosa. Alcuni di questi microrganismi rappresentano veri e propri “superbatteri” in grado di eludere la maggior parte delle terapie disponibili.
Malattie Infettive e Pandemiche: Storia e Impatto
Le malattie infettive si diffondono rapidamente all’interno di una popolazione, soprattutto quando questa non possiede immunità specifiche o è particolarmente esposta a determinati patogeni. Nel corso della storia, epidemie come la peste nera, il vaiolo, l’influenza spagnola e, più recentemente, l’HIV/AIDS e la COVID-19, hanno avuto conseguenze devastanti. La diffusione su scala globale (pandemia) comporta un impatto non solo sanitario, ma anche economico e sociale, destabilizzando interi Paesi.
Le ragioni che facilitano l’insorgere di nuove pandemie sono diverse:
- Globalizzazione e trasporti rapidi, che consentono ai patogeni di viaggiare velocemente da un continente all’altro.
- Urbanizzazione, che crea ambienti ad alta densità abitativa, favorendo la trasmissione di patogeni.
- Deforestazione e modifiche ambientali, che aumentano il contatto tra l’uomo e riserve animali di virus o batteri sconosciuti (per esempio, la comparsa di Ebola e altre febbri emorragiche).
- Cambiamenti climatici, che modificano la distribuzione geografica di vettori come zanzare e zecche, espandendo l’area di diffusione di malattie come la dengue o la febbre chikungunya.
- Mercati di animali vivi e allevamenti intensivi, dove si creano condizioni ideali per il salto di specie (spillover).
Quando la resistenza antimicrobica si inserisce in questo contesto, i rischi aumentano ulteriormente. L’emergere di ceppi batterici o virali resistenti a più farmaci può complicare, ad esempio, la gestione di una epidemia di influenza pandemica o di altre infezioni respiratorie, aumentando il numero di casi gravi e la mortalità. A questo si aggiunge la diffusione di infezioni ospedaliere resistenti, capaci di trasformarsi in un problema ancor più drammatico durante l’affollamento ospedaliero tipico delle situazioni di crisi pandemica.
Previsioni sulle Prossime Pandemie: Fattori di Rischio e Scenari
Anche dopo l’esperienza del SARS-CoV-2, gli esperti di salute pubblica avvertono che la probabilità di future pandemie rimane alta. Ciò non significa che sia possibile prevedere con certezza dove, quando e quale patogeno scatenerà la prossima crisi globale. Tuttavia, è possibile identificare alcuni fattori di rischio e prefigurare scenari plausibili:
- Zoonosi emergenti: Molti dei virus capaci di innescare pandemie (SARS, MERS, Ebola, influenza suina, COVID-19) hanno un’origine animale. Le zoonosi sono in aumento per via dei rapidi cambiamenti dell’ecosistema e della sempre maggiore interazione tra uomo e habitat selvaggi.
- Resistenza antimicrobica: Il diffondersi di batteri multiresistenti potrebbe portare a pandemie causate non solo da virus, ma anche da infezioni batteriche difficili da trattare, come polmoniti o setticemie.
- Ritorno di malattie “dimenticate”: Malattie un tempo sotto controllo, come la tubercolosi, stanno riemergendo in vari Paesi, talvolta in forme resistenti ai farmaci di prima linea (MDR-TB o XDR-TB). Se combinate con condizioni socioeconomiche difficili e scarsa copertura vaccinale, potrebbero diffondersi oltre i confini regionali.
- Trasmissione aerea: I patogeni che si trasmettono per via aerea, come i coronavirus influenzali o altri agenti respiratori, hanno un elevato potenziale pandemico, specialmente se risultano nuovi per il sistema immunitario umano e se presentano tassi di letalità non trascurabili.
Gli strumenti di modellazione epidemiologica e di sorveglianza globale stanno diventando sempre più sofisticati, consentendo di individuare potenziali focolai e di lanciare allerte precoci. Tuttavia, l’anticipazione degli eventi pandemici è complicata da fattori politici, sociali ed economici che possono rallentare la condivisione dei dati tra i Paesi, come accaduto in diverse occasioni nel passato.
Nuovi Farmaci e Trattamenti Innovativi: la Sfida dei “Superbatteri”
Lo sviluppo di nuovi farmaci antimicrobici è cruciale per contrastare la crescente resistenza ai farmaci esistenti. Sfortunatamente, negli ultimi decenni, le aziende farmaceutiche hanno investito relativamente poco in questo settore, ritenendolo un mercato meno remunerativo rispetto ad altri (per esempio i farmaci per patologie croniche, che si assumono a lungo termine). Di conseguenza, molte infezioni hanno continuato ad acquisire resistenze, mentre l’introduzione di molecole realmente innovative è stata limitata.
In anni recenti, la consapevolezza del pericolo rappresentato dalla resistenza antimicrobica ha riacceso l’interesse della ricerca e delle istituzioni pubbliche. Sono in corso diversi studi per:
- Scoprire nuove classi di antibiotici – cercando molecole con meccanismi d’azione inediti, per eludere le barriere di resistenza sviluppate dai batteri verso i farmaci tradizionali.
- Sviluppare terapie combinate – l’associazione di più principi attivi, da assumere simultaneamente, può ridurre il rischio che i batteri diventino resistenti a tutti i componenti della terapia.
- Utilizzare batteriofagi – i batteriofagi sono virus che infettano selettivamente i batteri. In alcune ricerche, si studia la possibilità di impiegare questi virus come “armi biologiche” di precisione, capaci di colpire in modo specifico i batteri patogeni senza intaccare la flora batterica benefica.
- Targetare i fattori di virulenza – invece di uccidere i batteri, alcuni approcci mirano a inibire i meccanismi che rendono i microrganismi virulenti (enzimi, tossine, adesine). Così, il patogeno diventa meno pericoloso e più facilmente eliminabile dal sistema immunitario.
- Antivirali e antifungini innovativi – la resistenza non è solo un problema batterico: anche virus come l’HIV o l’influenza e funghi patogeni (Candida auris, Aspergillus ecc.) possono sviluppare resistenze. L’ampliamento dell’arsenale terapeutico per queste infezioni è altrettanto urgente.
Parallelamente allo sviluppo di nuovi farmaci, riveste grande importanza l’uso prudente degli antibiotici esistenti (antibiotic stewardship), il controllo delle infezioni negli ospedali e nelle comunità, e l’implementazione di test diagnostici rapidi per discriminare tra infezioni virali e batteriche. Solo un approccio coordinato può frenare la dispersione di superbatteri e salvaguardare l’efficacia delle terapie.
Il Ruolo dei Vaccini nelle Malattie Infettive e nella Prevenzione Pandemica
I vaccini costituiscono uno degli strumenti più potenti per combattere le malattie infettive. Grazie alle campagne di vaccinazione, si è riusciti a eradicare il vaiolo e a ridurre drasticamente patologie come la polio, il morbillo e la difterite in molti Paesi. Nel contesto della resistenza antimicrobica, i vaccini rivestono un ruolo importante, poiché un’infezione prevenuta è un’infezione che non richiede antibiotici. Pertanto, una maggiore copertura vaccinale può contribuire a ridurre la pressione selettiva sugli antibiotici, rallentando lo sviluppo di ceppi resistenti.
La ricerca sui vaccini sta procedendo in direzioni sempre più avanzate:
- Vaccini a mRNA – già noti per il loro impiego contro il SARS-CoV-2, hanno dimostrato di poter essere sviluppati e prodotti in tempi relativamente rapidi, costituendo una potenziale arma futura contro nuove pandemie.
- Vaccini universali per l’influenza – si studiano antigeni comuni a più ceppi di virus influenzali, con l’obiettivo di creare un vaccino in grado di coprire gran parte delle varianti e di proteggere da eventuali ceppi pandemici.
- Vaccini contro patogeni resistenti – per esempio, si sta esplorando la possibilità di un vaccino contro lo Staphylococcus aureus o contro i batteri Gram-negativi per ridurre la frequenza e la gravità delle infezioni in ambienti ospedalieri.
- Nuove tecnologie di veicolazione – nanoparticelle, vettori virali ingegnerizzati e altre soluzioni che possono incrementare la risposta immunitaria e la sicurezza del vaccino.
Nelle pandemie, i vaccini svolgono un ruolo centrale di contenimento: riducono la trasmissione, i casi gravi e i decessi. Tuttavia, come emerso di recente, l’accesso globale ai vaccini può risultare iniquo. Per prevenire e controllare efficacemente una pandemia, è necessario garantire una distribuzione più equa e tempestiva delle dosi, evitando che aree geografiche più povere rimangano scoperte e diventino “serbatoi” per la comparsa di nuove varianti.
Preparedness: Prepararsi alle Prossime Epidemie e Pandemie
L’esperienza recente con la pandemia di COVID-19 ha sottolineato l’importanza di sistemi di sorveglianza e piani di emergenza ben strutturati a livello nazionale e internazionale. L’idea di preparedness (preparazione) si riferisce alla capacità di un Paese e della comunità globale di rispondere in modo tempestivo e coordinato a un’emergenza infettiva, limitandone la diffusione e l’impatto.
I pilastri della preparedness includono:
- Sorveglianza epidemiologica e diagnostica precoce – garantire la disponibilità di laboratori in grado di identificare nuovi patogeni, tracciare i contatti e monitorare i focolai.
- Piani di contenimento – predisporre strategie di isolamento, quarantena, distanziamento sociale o restrizioni di viaggio, se necessarie, con criteri basati su dati scientifici.
- Rete di comunicazione sanitaria – assicurare un rapido scambio di informazioni tra le autorità sanitarie, gli ospedali e i laboratori internazionali, in modo da prendere decisioni informate.
- Scorte di dispositivi medici e farmaci – disporre di magazzini con forniture di mascherine, ventilatori, kit diagnostici, farmaci antivirali e antibiotici.
- Capacità di scaling-up per la produzione di vaccini – avere un’infrastruttura industriale in grado di produrre in breve tempo grandi quantità di dosi vaccinali.
- Formazione del personale sanitario – garantire corsi di aggiornamento continui, simulazioni di scenari emergenziali e protocolli condivisi per la gestione dei casi sospetti e confermati.
La preparazione alle prossime pandemie non riguarda solo i governi e gli operatori sanitari, ma coinvolge anche la cittadinanza: pratiche di igiene, educazione sanitaria, fiducia nella scienza e consapevolezza del rischio sono elementi centrali per una reazione collettiva efficace. Come dimostrato dalle esperienze passate, anche la migliore strategia può fallire se non vi è collaborazione e comprensione dell’importanza di rispettare le misure di contenimento.
Ricerca, Innovazione e Approcci Multidisciplinari
La lotta contro le malattie infettive e la resistenza antimicrobica richiede un approccio multidisciplinare, che coinvolga microbiologi, virologi, epidemiologi, infettivologi, immunologi, chimici farmaceutici, veterinari, sociologi, economisti e altri specialisti. Questo perché le epidemie e la diffusione della resistenza non sono fenomeni puramente biologici, ma processi complessi che intrecciano la salute umana, animale e ambientale (approccio One Health).
Alcuni settori di ricerca particolarmente promettenti includono:
- Big Data ed epidemiologia computazionale – l’analisi di grandi quantità di dati (cartelle cliniche elettroniche, pattern di mobilità, social media) può aiutare a identificare segnali precoci di nuove epidemie e a modellarne la diffusione.
- Intelligenza Artificiale (IA) – algoritmi di apprendimento automatico possono facilitare la scoperta di nuovi farmaci e vaccini, identificando molecole potenzialmente efficaci e permettendo di simulare rapidamente interazioni biologiche complesse.
- Genomica e proteomica – il sequenziamento rapido e a basso costo dei patogeni consente di tracciarne le mutazioni, individuare varianti più pericolose e definire vaccini aggiornati. L’analisi del proteoma può fornire informazioni sulla produzione di tossine e altri fattori di virulenza.
- Tecnologie di editing genomico (CRISPR) – inizialmente impiegate in laboratorio, potrebbero trovare applicazioni anche nella terapia di infezioni resistenti, per eliminare i geni di resistenza o bloccare la replicazione del patogeno.
- Telemedicina e dispositivi di diagnostica point-of-care – in contesti remoti o durante focolai pandemici, la possibilità di diagnosticare rapidamente sul territorio e di offrire consulti medici a distanza è essenziale per un intervento tempestivo e organizzato.
L’innovazione non può prescindere dal supporto delle istituzioni e dal finanziamento della ricerca, sia pubblica sia privata. A questo si aggiunge l’importanza della cooperazione internazionale, fondamentale per la condivisione di conoscenze e risorse, in modo da evitare ritardi o duplicazioni inutili.
Il Ruolo delle Organizzazioni Internazionali e delle Politiche Sanitarie
La cooperazione internazionale è di primaria importanza nella prevenzione e gestione di malattie infettive e pandemie. Organizzazioni come l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) e l’Organizzazione Mondiale per la Salute Animale (OIE) collaborano per monitorare la diffusione di malattie, coordinare le azioni di risposta e promuovere progetti di ricerca. I Paesi devono condividere i dati epidemiologici e le informazioni sui patogeni in modo tempestivo, consentendo all’OMS di dichiarare e gestire le emergenze di sanità pubblica di rilevanza internazionale (PHEIC).
Sul fronte della resistenza antimicrobica, l’OMS ha elaborato un Piano d’Azione Globale che incoraggia gli Stati membri a:
- Migliorare la consapevolezza e la comprensione del problema attraverso la comunicazione, l’istruzione e la formazione.
- Rafforzare le conoscenze e le basi scientifiche tramite la sorveglianza e la ricerca.
- Ridurre l’incidenza delle infezioni attraverso misure di prevenzione e controllo.
- Ottimizzare l’uso di farmaci antimicrobici nel settore umano e animale.
- Sviluppare investimenti sostenuti per nuove medicine, diagnostici, vaccini e altri interventi.
La definizione di politiche sanitarie coordinate si rivela cruciale anche a livello nazionale. Gli Stati devono dotarsi di piani strategici e normative per regolare l’uso degli antimicrobici, promuovere la vaccinazione, sostenere la ricerca e assicurare la disponibilità di risorse economiche e infrastrutturali nei momenti di crisi.
Educazione e Consapevolezza: il Ruolo del Cittadino
Un aspetto spesso sottovalutato nella prevenzione delle malattie infettive e nella lotta alla resistenza antimicrobica è la partecipazione attiva dei cittadini. I comportamenti individuali possono influenzare la diffusione di un’infezione e il successo o il fallimento di una politica sanitaria. Alcuni esempi:
- Uso responsabile degli antibiotici: i cittadini devono comprendere che gli antibiotici non sono una panacea universale; vanno assunti solo quando prescritti da un medico, seguendo i dosaggi e le durate consigliate.
- Igiene e distanziamento: il lavaggio frequente delle mani, la corretta gestione degli ambienti domestici e di lavoro, il rispetto delle misure di distanziamento in caso di focolai epidemici riducono la probabilità di contagio.
- Copertura vaccinale: scegliere di vaccinarsi, quando disponibili i vaccini, non solo protegge il singolo, ma contribuisce alla cosiddetta “immunità di gregge”, importante per tutelare soggetti fragili.
- Educazione alimentare: un’alimentazione sana e uno stile di vita equilibrato rafforzano il sistema immunitario, rendendo più difficoltoso l’attecchimento di infezioni.
- Diffusione di informazioni corrette: specie in tempi di pandemia, è fondamentale che le notizie siano verificate da fonti autorevoli per evitare il diffondersi di paure irrazionali o di fake news che possano minare la fiducia nella scienza.
L’informazione capillare e la formazione continua sono un ingrediente fondamentale per affrontare sfide globali quali le pandemie e la resistenza antimicrobica. In particolare, la scuola, i media e le istituzioni sanitarie hanno la responsabilità di trasmettere messaggi chiari e scientificamente solidi.
Prospettive Future: Verso un Approccio “One Health”
La strategia “One Health” collega la salute umana, animale e ambientale in un unico approccio integrato, riconoscendo che i vari elementi della biosfera sono profondamente interconnessi. Il benessere degli animali domestici e della fauna selvatica, la qualità degli ecosistemi e la salute umana dipendono tutti da equilibri sottili. Quando si verificano rotture in questi equilibri (ad esempio, a causa di deforestazione, inquinamento, allevamenti intensivi), aumentano le probabilità di salti di specie dei patogeni e si facilitano la comparsa e la diffusione di nuove malattie.
La prevenzione della prossima pandemia richiede, dunque, non soltanto farmaci e vaccini efficaci, ma anche:
- Riduzione dell’uso indiscriminato di antibiotici negli animali da allevamento, limitandolo a scopi terapeutici reali e abbandonando pratiche di uso preventivo di massa.
- Mantenimento della biodiversità e salvaguardia di habitat naturali, per evitare la perturbazione degli equilibri ecologici che favoriscono lo spillover.
- Monitoraggio delle popolazioni animali selvatiche e dei possibili serbatoi di virus e batteri potenzialmente trasmissibili all’uomo.
- Promozione di un’agricoltura sostenibile e di politiche di sanità animale efficaci.
Solo un’azione coordinata e globale, che tenga conto delle diverse componenti dell’ecosistema, può ridurre significativamente la minaccia di nuove malattie infettive e rallentare la dispersione di microrganismi resistenti ai farmaci.
Conclusioni: Prepararsi Oggi per Proteggere il Futuro
La correlazione tra resistenza antimicrobica, malattie infettive, pandemie e l’impiego di nuovi farmaci e vaccini è estremamente complessa e richiede una visione a 360 gradi. Da un lato, la globalizzazione e i cambiamenti ambientali aumentano la probabilità che insorgano e si diffondano nuove minacce microbiche; dall’altro, la scienza e la tecnologia offrono strumenti sempre più potenti per diagnosticare, trattare e prevenire queste patologie. Il fulcro della strategia di contenimento deve però rimanere il comportamento responsabile di tutti gli attori: governi, istituzioni sanitarie, aziende, operatori socio-sanitari e singoli cittadini.
La pandemia di COVID-19 ha dimostrato che il mondo è molto più interconnesso di quanto potessimo immaginare, e che una singola emergenza sanitaria può avere ripercussioni globali su scala economica, politica e sociale. Allo stesso tempo, abbiamo visto come la cooperazione internazionale e lo sviluppo rapido di vaccini innovativi possano fare la differenza nell’affrontare una crisi senza precedenti. Questa esperienza deve essere un monito e uno stimolo a investire maggiormente nella ricerca di farmaci innovativi, nella formazione del personale sanitario, nelle infrastrutture di sorveglianza epidemiologica e nella preparazione alle emergenze.
La resistenza antimicrobica rappresenta un’altra grande sfida che richiede un’azione altrettanto decisa e sistematica. Occorre promuovere politiche di antibiotic stewardship, migliorare i sistemi di controllo delle infezioni in ambito ospedaliero e veterinario, e sostenere la scoperta di nuovi principi attivi. Sottovalutare il problema ora significherebbe pagare un prezzo altissimo in un futuro anche non troppo lontano, con situazioni in cui infezioni oggi curabili potrebbero tornare ad avere esiti letali.
Infine, la prospettiva “One Health” ci invita a guardare oltre la mera dimensione umana e a considerare la salute come un concetto globale, che coinvolge la fauna, la flora e gli ecosistemi. Solo agendo in modo armonico su tutti questi fronti si può sperare di prevenire nuove pandemie, contenere la diffusione della resistenza antimicrobica e garantire un futuro più sicuro alle generazioni che verranno.
La preparazione alle prossime epidemie o pandemie non può quindi limitarsi a interventi puntuali: deve incorporare una riforma strutturale del modo in cui produciamo cibo, viviamo nelle città, interagiamo con la natura, investiamo in ricerca e formiamo i professionisti della salute. Soltanto un impegno collettivo, sostenuto dalla volontà politica, dalla cooperazione internazionale e dalla consapevolezza dei singoli, potrà consentirci di fronteggiare con successo le sfide infettive che si profilano all’orizzonte.
In conclusione, è cruciale non abbassare la guardia: la resistenza antimicrobica e le minacce di nuove malattie infettive continueranno a rappresentare un banco di prova per la comunità globale. E la risposta dovrà necessariamente essere congiunta, rapida, multidisciplinare e lungimirante. Solo così potremo sperare di contenere, e magari vincere, questa guerra silenziosa contro i patogeni, preservando i progressi conquistati dalla medicina moderna e assicurando un futuro di maggiore sicurezza sanitaria a tutte le popolazioni del pianeta.